giovedì 9 maggio 2013

CLASSIFICA: i film più esilaranti /4

Prosegue la scalata alla vetta dell’esilaranza con la TOP TEN dei film più divertenti, secondo l’insindacabile parere del sottoscritto, perché sono dottore in Filosofia e ho perciò un’opinione su tutto.
Due, dico, due posizioni che ci portano a ridosso del podio.
Ecco a voi, qualche pensiero sui film che occupano la quinta e la quarta posizione nella lista. Per ripescare le pellicole già citate, si riclicchino gli articoli immediatamente precedenti.
5. Fantozzi subisce ancora. Il primo film diretto interamente da Neri Parenti nella saga di “Fantozzi“, per me è anche il più esilarante della serie. Lo so cosa state pensando, sento già che digitate commenti indignati sulla vostra tastiera, commenti pieni di riprovazione. Calma! Sono perfettamente d’accordo con voi, miei sboccati lettori. I primi due capitoli della saga fantozziana sono prodotti artistici sopraffini, mai eguagliati nella storia del cinema italiano e, credo, tra le migliori espressioni della satira cinematografica di sempre. Purtroppo, il posto di quei due film (“Fantozzi” e “Il secondo tragico Fantozzi“) non è in questa classifica. Questa è la classifica dei film che mi fanno più ridere e basta. E nell’opera che stiamo commentando c’è una presenza che mischia totalmente le carte. Questa presenza risponde al nome di… “Loris Batacchi”. La sequenza di “Loris Batacchi” per me stravolge la curva delle votazioni. E se indubbiamente i primi due “Fantozzi” sono film migliori, “Loris Batacchi”, capo-ufficio pacchi, con il suo baciamano bl-b-và, consacra “Fantozzi subisce ancora” come il film italiano più divertente di sempre.
4. Il fratello più furbo di Sherlock Holmes. Ritorna Gene Wilder, che ho già elogiato altrove, questa volta non solo nei panni del protagonista, ma anche del regista. Avevo già recensito questo film nel numero di gennaio 2011 di “Così e Cosà“, chi ha voglia può ripescare anche da qualche riflessione in merito. Questa pellicola è un gioiello della comicità inspiegabilmente poco noto. È in assoluto uno dei miei film preferiti, forse perché amo in maniera sconfinata lo stile e l’eleganza di Gene Wilder, che in questo film sfodera tutte le sue armi. Anche letteralmente, dato che persino la sua esperienza giovanile di spadaccino è stata messa a frutto in questo film, ovviamente nelle scene di duello. Le ambientazioni (la Londra vittoriana) sono ricostruite in maniera credibile. Il ritmo è serrato. Gli interpreti sono magnifici, soprattutto i co-protagonisti Marty Feldman (“Aigor”) e Madeline Kahn (“Elizabeth”, sempre in “Frankenstein Junior“). La trama è solida e avvincente “benché” parodistica. Mi spiace usare questo “benché”; sarebbe in realtà del tutto superfluo. Purtroppo però da “Epic Movie” in poi la parola “parodia” sembra essere diventata sinonimo di “film vomitato da un cane con i parassiti intestinali”, quando la parodia è una delle forme di espressione letteraria e cinematografica che richiedono il grado più alto di competenza drammaturgica e di scrittura. Basti pensare che “Il fratello più furbo di Sherlock Holmes” uscì appena un anno dopo “Frankenstein Junior“. L’influenza di Mel Brooks su Gene Wilder si percepisce chiaramente in questa pellicola, nelle atmosfere, nei tempi comici, nello slapstick e persino nel cast. Questa pellicola è una vera, autentica parodia. Ragazzi, smettiamo di usare le parole a caso: questo film, così come “Frankenstein Junior“, sono “parodia“. “Epic movie“, “Treciento” e simili sono “merda“.
F.P.

Suggerimento musicale: The Kangaroo Hop, da “Il fratello più furbo di Sherlock Holmes”, 1975.
Suggerimento video: la sequenza di “Loris Batacchi“, da “Fantozzi subisce ancora”, 1983.
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Fabio Peterlongo, “giornali$ta”, nasce pochi mesi dopo l’incidente di Černobyl, nell’anno della prima apparizione dei “Simpson” e del mandato di cattura spiccato verso Marcinkus. Questo turbine di eventi lo lascia frastornato e con un immaginario sibaritico (qualunque cosa significhi). Scrive per la rivista “Così e Cosà” (da lui diretta, pensate, ragazze) e conduce un programma radiofonico sull’emittente Radio Genius, dal quale parla di cinema, musica e vita vissuta come se ne sapesse qualcosa.

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